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[28.10.2019] - Valorizzazione della tradizione orologiaia nell’istro-veneto

Questa mattina, in sala Consiliare, l’assessore alla Cultura, Franco Pivotti, il direttore del Museo e Biblioteca, Matteo Melchiorre, con il saluto giunto dal vicesindaco, Gianfranco Giovine hanno presentato il progetto sulla valorizzazione dell’orologio della Torre civica, unico della Provincia (20 in tutto il Veneto) inserito in un ampio progetto a carattere veneto-istriano. All’incontro erano presenti il responsabile di gestione del progetto, Franco Rota ed il curatore scientifico, Alceo Solari.

Il progetto, formalmente avviato dal 1° settembre 2019, vede quale capofila la Comunità degli Italiani di Parenzo e, quali partner co-finanziatori, il Comune di Castelfranco Veneto, il Comune di Parenzo e la Comunità degli Italiani di Umago. Aderisce inoltre quale partner il Comune di Badia Calavena. Lo spunto iniziale è emerso dai contatti tra il signor Alceo Solari (esperto ricercatore, appartenente all’ottava generazione della dinastia fondatrice della Fratelli Solari di Pesariis) e il dott. Denis Visintin, vice presidente della Comunità italiana di Parenzo, giornalista, studioso, profondo conoscitore della storia istriana nel quadro delle sue interrelazioni in ambito istro-veneto. Le azioni della prima annualità del progetto riguardano:

Nello scorso mese di settembre, a fronte del nuovo bando annuale ex LR. 15/94, la stessa cordata partenariale ha presentato alla Regione Veneto domanda di contributo per una seconda fase annuale del progetto, che dovrebbe consentire l’ultimazione delle ricerche, la pubblicazione di un volume illustrativo in elegante veste editoriale, ulteriori azioni di comunicazione e attività di promozione del nuovo itinerario tematico. Gli antichi orologi da torre sono elementi che formano parte integrante, caratterizzante delle facciate di stile veneto, e che inoltre sono spesso abbinati al simbolico bassorilievo del Leone Marciano. Il disegno del quadrante o mostra dell’orologio è affidato all’architetto capace di una produzione artistica volta alla realizzazione di una comunicazione visiva che gode di una ottima visibilità nel contesto urbano

La fabbricazione e l’installazione di questi orologi si deve in gran parte alla plurisecolare attività di maestri artigiani originari dell’alta Carnia: i Cappellari, i Machin, e soprattutto i Solari. La tradizione fu alimentata dall’iniziale osmosi di conoscenze tecniche, agli albori del 17° secolo, fra Pesariis, Venezia, il Tirolo e altre regioni alpine, poi sviluppatasi in maniera autonoma nei territori della Serenissima, al di qua e al di là dell’Adriatico, seguendo percorsi di continuo affinamento tecnico ma rispettando i canoni estetici fondamentali.

Da una prima analisi degli archivi Solari, ditta artigiana fondata nel 1725, sono da attribuire ai maestri orologiai originari della Val Pesarina gli impianti installati in almeno 20 città del Veneto e oltre 400 fra l’Istria, la Dalmazia e il Montenegro, fino all’Albania e alla Grecia. Nelle province del Veneto risultano queste evidenze: Area Metropolitana di Venezia: Venezia (Chiesa di San Salvatore), Portogruaro (campanile), Chioggia (municipio), Aurava (Concordia Sagittaria). Provincia di Belluno: Belluno, Casada, Campolongo (S. Stefano di Cadore), Danta di Cadore, Longarone. Provincia di Treviso: Castelfranco Veneto (Torre del castello). Provincia di Padova: Padova (palazzo delle Poste), Tenuta Moschini, Bagnoli di Sopra. Provincia di Rovigo: Rovigo (Torre municipale), Chiesa parrocchiale di Corbola, Badia Polesine (Torre municipale), Canaro. Provincia di Verona: Badia Calavena , Legnago. Provincia di Vicenza: , Caldogno, Lonigo.

La Direzione del Museo cittadino, nell’ambito del Progetto, avvierà una serie di collaborazioni di carattere scientifico con ricerche storiche sull’orologio di Castelfranco Veneto e con l’elaborazione di contenuti che confluiranno nel sito web di prossima realizzazione. Da una prima ricerca, il posizionamento dell’orologio legato alla Torre civica risale approssimativamente al 1499, certo è il suo funzionamento nel 1522. Costante e regolare l’attenzione della Comunità castellana all’orologio con cura ed adattamenti alle nuove esigenze. Nel 1526 a Giovanni Francesco da Padova viene commissionato il nuovo orologio che rimane in funzione per tutto il ‘500. Nei primi anni del XVII, il Trombetta, ne cura la ristrutturazione. Nel 1637, l’anno nero del crollo della parte superiore della Torre, l’orologio viene poi recuperato e riparato e nel 1751, Giacomo Pedrelli, genero ed allievo di Bartolomeo Ferracina, realizza il nuovo meccanismo manutenuto nel corso dei Decenni.

Data creazione: 29-10-2019    |    Data ultimo aggiornamento: 29-10-2019