Uno spettacolo per la giornata nazionale del dialetto e delle parlate locali

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Evento teatrale "Parla come che te magni".

Data:

11 Gennaio 2024

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Descrizione

La Pro Loco di Castelfranco Veneto, in collaborazione con la Nova Compagnia del Caretèo ed il patrocinio dell’Amministrazione comunale, nella ricorrenza della Giornata Nazionale del Dialetto e delle Parlate Locali propone l’evento teatrale "Parla come che te magni" in programma al Teatro Accademico sabato 13 gennaio 2024 alle ore 20.45 con ingresso gratuito

Protagonisti - cantanti della Nova Compagnia del Caretèo con Claudio Cecchetto – fisarmonica: Italo Basso, Paola Battistel, Alessia de Marchi – Filodrammatica: G. Negri Sergio Pietrobon e Guido Forato – Compagnia Gli Aristonati di Salvarosa - Lucia Civiero – Compagnia teatrale di Salvatronda ed inoltre: Roberto Scalabrin, Domenico Battiloro, Paola Busato, Michele Donà, Giustina Renier Special guest Anna Giulia Simioni, soprano - Presentano la serata Carlo Simioni e Vanda Marchetti

Questo il commento di Carlo Simioni, che ha curato la regia dell’evento.

“Se dovessimo fare oggi quello che ci sollecita a fare questo antico motto…ahi ahi ahi!!! Una volta mio papà mangiava riso in brodo, radici trevisani, spàresi, ovi de casada, formajea…Oggi i nostri figli hanno introdotto nelle nostre tavole alimenti come bulgur, riso basmati, carne tandori, quinoa…. Pensate se dovessimo parlare adattandoci oggi al nostro cibo… Impensabile di certo!

Ma il creatore di questa semplice massima aveva altro in mente: voleva dirci di parlare in maniera corrente, comprensibile a tutti, senza indulgere ad espressioni “in cìcara” per darci delle arie, per far vedere a chi ci ascoltava di essere “avanti” dal punto di vista dell’eloquio… insomma, ci esorta a “non fare lo sproto”, tanto per restare al centro del nostro argomento.

La nostra parlata, la lingua dei nostri primi passi, ahimè, sta vivendo la stessa identica vicenda di un signore arrivato ormai avanti con l’età, che sta subendo il triste destino di dimenticare una parola al giorno. La società globalizzata in cui viviamo oggi ci porta a parlare usando un lessico che si allontana sempre più dalla nostra lingua madre per avviarci verso un melting pot linguistico che ci porterà un giorno chissà dove. E così, giorno dopo giorno, si disperde un enorme patrimonio di lingua, conoscenza, personalità vorrei dire del linguaggio verbale, per andare verso una fatale omogeneizzazione da villaggio globale. Per dare l’idea della velocità di questa dispersione potrei ricordare parole che erano ordinariamente, quotidianamente vorrei dire di uso comune al tempo dei nostri genitori, e che i nostri figli non solo non usano più, ma che nemmeno conoscono.

Parole come caecèra, brondin e slìpego, tanto per fare un esempio, risulteranno probabilmente ostiche a un lettore medio contemporaneo, mentre 50 anni fa costituivano parte del lessico quotidiano.

E allora, che fare? A noi è data solo la facoltà dell’umana resistenza, cioè di porre in atto azioni mirate alla salvaguardia e alla valorizzazione di quella che consideriamo, a giusto titolo, la nostra lingua madre.

E ci ha pensato bene l’Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia, a queste azione di salvaguardia, quando – nel 2013 -  ha voluto dare vita a questa “Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali”.

Così quest’anno la Pro Loco di Castelfranco Veneto, guidata con tratto avveduto da Barbara Grassi, ha voluto realizzare un evento proprio per partecipare alla celebrazione di questa giornata. Avvalendosi della collaborazione ideativa e realizzativa della Nova Compagnia del Caretèo, che da sempre ha nel suo DNA la proposta e la valorizzazione di produzioni culturali che hanno il dialetto come base portante, la Pro Loco castellana ha deciso di realizzare la serata di cui stiamo parlando.

E’ stata fatta una chiamata alle associazioni frazionali e di quartiere, affinchè segnalassero delle persone intenzionate a porsi come protagoniste nella costruzione della serata, e le diverse disponibilità raccolte hanno consentito di realizzare un evento dalle molte voci (vedi sopra i protagonisti), ricco di sfumature sia dal punto di vista della lingua che da quello dei contenuti.

Si tratta di un evento spettacolare molto vario, una specie di Gran Varietà nel corso del quale numerosi protagonisti proporranno le loro performances artistiche incentrate proprio sul dialetto, o meglio, sui dialetti, perché come ben sappiamo ogni paese, anche a pochi chilometri di distanza, adotta la sua variante della lingua dei padri. Sarà come fare un bagno rigenerante – beninteso… linguistico! – in un modo di parlare, e quindi anche di pensare, che apparteneva alla civiltà che ci ha generato, e che ci vediamo sfuggire dalle mani giorno dopo giorno.

Operazione oltremodo interessante e rimarchevole, a mio avviso, perché ricordiamoci sempre che la ricchezza del lessico è il presupposto fondamentale per una ricchezza di pensiero… più parole si posseggono, meglio si è in grado di generare e di esprimere compiutamente il nostro pensiero, e Dio solo lo sa di quanto pensiero intelligente e ben espresso ci sia bisogno, nella società contemporanea.”

Ultimo aggiornamento: 04/09/2024, ore 08:10

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